Stavolta possiamo dirlo Tutti Insieme!

Perché abbiamo deciso di erogare questo servizio?

Se hai letto o visto la parte relativa alla MOC, sai che ne abbiamo già parlato.

Siamo particolarmente orgogliosi di questo progetto, perché è il primo servizio interdisciplinare basato non su una medicina monospecialistica (come può essere MOC, urologiaginecologia) ma intorno a una determinata patologia che il paziente preferirebbe risolvere.

Il 20 ottobre di ogni anno si celebra la giornata mondiale dell’osteoporosi.

World Osteoporosi Day

Fu proprio il 20 ottobre 2017 che il nostro collaboratore specialista in ortopedia e traumatologia, Dott. Carlo Castellazzo, a fronte degli innumerevoli casi di osteoporosi riscontrati nei suoi pazienti a consapevolizzarci sulla necessità di iniziare questo progetto.

Chi ringraziamo di tutto questo?

I nostri medici collaboratori, ma soprattutto i nostri pazienti, che nel momento del bisogno, ci hanno chiesto una mano.

Come funzionano le nostre ossa?

L’osso non è statico, ma una struttura viva e dinamica in un continuo e costante processo di rinnovamento che dura tutta la vita, chiamato rimodellamento osseo.

Il rimodellamento osseo è costituito da 2 fasi:

  • riassorbimento: un processo di distruzione realizzato da quelle cellule, definite osteoclasti OCS, deputate al riassorbimento dell’osso vecchio e danneggiato;
  • formazione: processo di realizzazione di nuovo tessuto osseo operato da quelle cellule, definite osteoblasti OBS, che ricostruiscono la matrice ossea precedentemente riassorbita andando a ricolmare quei fori lasciati dagli OCS nel momento in cui hanno tolto l’osso.

In varie fasi della vita, come nel periodo successivo alla menopausa, può accadere che la quantità di osso riassorbito sia maggiore di quella neoformata.

Ma con l’avanzare dell’età, la quantità di tessuto osseo riassorbito è maggiore di quello ricostruito: le ossa diventano sempre più fragili e predisposte alle fratture. Una frattura spontanea o dovuta a un piccolo trauma deriva da fragilità ossea, perciò potremo constatare che l’osteoporosi è presente.

Cos'è l’osteoporosi?

L’osteoporosi rappresenta una malattia di rilevanza sociale. La sua incidenza aumenta con l’età sino ad interessare la maggior parte della popolazione oltre l’ottava decade della vita.

Osteoporosi

L’osteoporosi è una patologia sistemica, una malattia metabolica del tessuto scheletrico, caratterizzata dalla progressiva e graduale riduzione della massa ossea. Le ossa cominciano a perdere volume perché minerali come sali di calcio, magnesio, fosfati, cominciano a distaccarsi.

Le ossa hanno una densità inferiore e la loro microarchittetura si deteriora. Un osso con meno minerali quindi, si presenta più poroso, e un osso più poroso diventa più fragile, più debole e a risentirne sarà l’intero apparato scheletrico che vedrà diminuita la sua resistenza meccanica e risulterà essere maggiormente predisposto a subire fratture.

 

L’impoverimento progressivo dell’osso spesso si verifica senza dare sintomi: se non ci sono sintomi, spesso si trascura la presenza della malattia omettendo specifici esami. Solo in occasione di una frattura, derivante anche da un trauma di lieve entità, ci si accorge di avere l’osteoporosi.

I distretti corporei maggiormente coinvolti sono: anche, colonna vertebrale, polsi, spalle e femore. Da notare che una frattura al femore, può condurre il soggetto colpito a una condizione di disabilità fisica.

Le fratture possono essere dovute a traumi anche molto banali, oppure possono accadere spontaneamente.

In Italia 5 milioni di persone vengono colpite dall’osteoporosi: 1 donna su 3 e 1 uomo su 5. 18.000 pazienti osteoporotici sono diventati disabili a causa di una frattura al femore causata dall’osteoporosi stessa.

Stando alle statistiche, a causa dell’invecchiamento della popolazione, pare che queste cifre possano raddoppiare sempre di più nei prossimi 30 anni.

L’osteoporosi rappresenta una vera e propria malattia allarmante sempre più diffusa.

Vengono definite primitive le forme di osteoporosi che compaiono dopo la menopausa (postmenopausale) o comunque con l’avanzare dell’età (senile).

Le osteoporosi secondarie sono quelle determinate da un ampio numero di patologie e farmaci.

L’osteoporosi severa è una forma di osteoporosi che viene riscontrata in pazienti che hanno già avuto fratture da fragilità ossea.

La frattura al femore è il caso più drammatico di osteoporosi severa. Essa è indice del fatto che l’osteoporosi ha alterato in maniera significativa la resistenza del nostro tessuto scheletrico aumentando la fragilità ossea portando a questo evento traumatico.

Se decidiamo di trascurare tutto ciò, se non risponderemo con misure preventive e terapeutiche mirate e personalizzate, ci potremo considerare responsabili di questo dramma capace di aggravare la spesa sanitaria nazionale, ma soprattutto la sfera psicologica e fisica non solo dei soggetti affetti da questa malattia, ma anche dei loro cari.

Analizziamo le sue cause e osserviamone le conseguenze:

Come abbiamo visto l’osteoporosi è una malattia scheletrica caratterizzata dal deterioramento e conseguente riduzione della densità ossea.

In base alle cause è possibile distinguere l’osteoporosi in primaria e secondaria.

Osteoporosi primaria:

  • postmenopausale: dovuta alla perdita di estrogeni;
  • senile: dovuta all’aumento dell’età.

 

E osteoporosi secondaria che può essere dovuta all’assunzione di uno o più farmaci come:

  • antiacidi contenenti alluminio
  • alcuni antiepilettici che vanno a ridurre i livelli ematici di vitamina D
  • inibitori dell’aromatasi (utilizzati nel trattamento del cancro alla mammella): abbassano la produzione extragonadica di estrogeni con conseguenti effetti osteopenizzanti
  • alcuni chemioterapici
  • ciclosporina A, metotrexato e tacrolimus
  • inibitori del GNRH (usati nel trattamento del cancro alla prostata): possono causare una perdita ossea inibendo la produzione di ormoni sessuali
  • corticosteroidi
  • analoghi dell’LHRH
  • eparina
  • sali di litio
  • medrossiprogesterone acetato ad uso anticoncezionale
  • inibitori della pompa protonica (PPI)
  • inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI)
  • antidiabetici della classe deitiazolidinedioni

 

La loro azione può ridurre l’equilibrio e la forza muscolare, aumentando il rischio di cadute e conseguenti fratture.

Non solo dai farmaci, l’osteoporosi secondaria può essere dovuta anche a una o più malattie come:

  • malattie endocrine (ipercortisolismo, iperparatiroidismo, diabete…). Attenzione all’ipercortisolismo: può essere di origine endogena, cioè legata a tumori dell’ipofisi o surrene o per la somministrazione del cortisone in terapie farmacologiche.
  • Il diabete mellito, caratterizzato da alti valori di glicemia nel sangue, incrementa anche il rischio di patologie cardiovascolari.
  • malattie ematologiche (leucemia, linfoma, mieloma multiplo…).
  • malattie gastro-enteriche (celiachia, morbo di Chron, rettocolite ulcerosa…).
  • malattie renali (insufficienza renale cronica, acidosi tubulare renale…);
  • malattie reumatiche: l’artrite reumatoide colpisce circa 400.000 pazienti in Italia, poi abbiamo la spondilite anchilosante, l’artrite psoriasica, le connettiviti.
    Le malattie reumatiche determinano ipomobilità incrementando così il rischio osteoporotico.
  • malattie neurologiche (sclerosi multipla, Parkinson, ictus…);
  • Altri disordini (AIDS, amiloidosi, sarcoidosi, depressione, anoressia nervosa…).

L’osteoporosi può diventare severa quando sono già presenti una o più fratture da fragilità ossea.

Le sue conseguenze sono una diminuzione della densità minerale ossea e un aumento della fragilità e debolezza dell’apparato scheletrico con predisposizione alla comparsa di fratture al collo del femore, al femore, ai corpi vertebrali, all’avambraccio e alla parte prossimale vicino alla spalla per quanto concerne la frattura dell’omero.

Queste fratture spesso richiedono un intervento chirurgico per la loro riparazione.

Le fratture possono anche accadere per movimenti del tutto normali, facenti parte della quotidianità, senza l’intervento di un trauma.

Spesso chi ha avuto fratture al femore presenta fratture vertebrali senza saperlo. I Pazienti che hanno subito una frattura al collo del femore, presentano in oltre il 50% dei casi, anche delle fratture vertebrali.

Una frattura al femore può anche ridurre il soggetto colpito in condizioni di disabilità fisica nel 20% – 30% dei casi.

Esse possono comportare ricadute negative sulla vita di relazione, maggior disagio psichico e anche una minor aspettativa di vita.

Se non curata, l’osteoporosi si aggraverà portando a deformazioni, fratture e disabilità progressive.

Acidosi: causa di tanti problemi

Il problema dell’osteoporosi, così come quello dell’osteopenia (carenza della parte minerale dell’osso) e della sarcopenia (carenza di fibre muscolari), ha un minimo comune denominatore che è lo stress ossidativo, ma è soprattutto lo stress ossidativo sul versante acidosi.

Per farci vivere bene, il nostro sangue deve avere un ph tra 7,2 e i 7,45.

Nel momento in cui noi introduciamo cibi acidi nella nostra alimentazione (tutto ciò che mangiamo ha vari gradi di acidità ad eccezione della frutta e verdura), nei momenti in cui abbiamo comportamenti indotti da emozioni negative come ira, paura, ansia, depressione,…, quando respiriamo senza utilizzare il diaframma (in questo caso avremo un basso livello di ossigeno), fumiamo, beviamo caffè, non facciamo attività fisica, scateniamo il fenomeno dell’acidosi.

Il nostro fisico è dotato di 2 sistemi tampone fondamentali: i polmoni e i reni. Quando questi organi non riescono più a mantenere il ph tra i 7,2 e i 7,45, il nostro sistema nervoso autonomo andrà a smontare i buffers, cioè i tamponi (magnesio, potassio, calcio), dai muscoli e dalle ossa, impoverendoli.

Uno dei sintomi iniziali dell’impoverimento del muscolo è rappresentato dai crampi notturni piuttosto frequenti e immotivati e come conseguenza si ha la progressiva perdita di forza.

L’impoverimento del calcio nelle ossa, non ha alcun sintomo, perché sia l’osteopenia che l’osteoporosi si evidenziano tramite esami radiologici come MOC o radiografie che evidenzieranno l’osso ormai povero di calcio ed elementi.

Con l’avanzare dell’età questo fenomeno è fisiologico, ma l’acidosi accelera questo processo!

Oggi sempre più persone, a causa di malattie piuttosto che di stile di vita, sono fortemente in stato di acidosi già a 40 anni, hanno già crampi e/o osteopenia a 35 anni, quando invece un tempo questi sintomi si riscontravano dopo i 60 anni.

Un cenno sull’alimentazione iperproteica:

Un eccesso di proteine, in particolare se di origine animale, nella dieta di ogni giorno è oggi piuttosto frequente. Ciò determina un aumento dell’acidità del sangue che, per un meccanismo piuttosto complicato, viene corretto dall’organismo attraverso l’eliminazione di una maggiore quantità di calcio con l’urina.

Dove si riscontrano le fratture da osteoporosi

L’aggravamento dell’osteoporosi e le fratture correlate aumentano con l’avanzare dell’età fino a colpire una donna su 3 e un uomo su 5.

In tutto lo scheletro si possono riscontrare fratture da osteoporosi, ma quelle più frequenti sono:

  • all’estremità prossimale del femore, in zona inguinale;
  • all’estremità distale del radio, cioè al polso;
  • sulle vertebre, lungo la colonna dorso lombare;

  • all’estremità prossimale dell’omero, in zona ascellare;
  • alle anche, intorno al bacino.

I dati dimostrano che una bassa densità minerale ossea unita a una frattura possano aumentare notevolmente il rischio di subire ulteriori fratture:

  • il 63% delle donne che hanno contratto una frattura femorale hanno già avuto fratture vertebrali;
  • Chi ha registrato una prima frattura vertebrale da fragilità, ha un rischio di subire una frattura al collo del femore del 200%!

Attenzione: perché il femore può subire ulteriori fratture dopo la prima: nei successivi 5 anni dalla prima frattura le probabilità di subirne una nuova salgono al 20%. E le possibilità che venga colpito da frattura il femore della gamba opposta salgono al 50%. Spesso la frattura al femore può richiedere una lunga degenza.

Le persone che hanno subito una frattura al femore prossimale presentano un tasso di mortalità del 15% – 30% entro un anno dalla frattura.

Il femore è l’osso più lungo e resistente dello scheletro. È situato fra l’anca e il ginocchio e vi si inseriscono molti muscoli fondamentali per il movimento della gamba.

La sua resistenza può però ridursi con l’invecchiamento e può fratturarsi a livello del collo per minimi traumi o anche in loro assenza.

Le fratture vertebrali invece, possono essere successive a cadute oppure si verificano spontaneamente durante le attività quotidiane più comuni: la flessione in avanti del busto, una torsione, un sollevamento di oggetti anche leggeri, possono indurre a un trauma verso le vertebre e manifestarsi con un dolore improvviso e violento o leggero, ma progressivamente ingravescente.

La frattura vertebrale può avere conseguenze anche a distanza di tempo, poiché peggiorerà la qualità di vita, e potrebbe portare ad altre fratture che possono condurre all’insorgenza dell’ipercifosi o al disallinemanto assiale della colonna.

Spesso le fratture vertebrali non vengono rilevate dalla diagnosi del medico, ecco il perché consigliamo a tutti coloro che soffrono di un persistente dolore alla schiena di effettuare radiografie alla colonna in posizione latero laterale .

Chi colpisce maggiormente l’osteoporosi?

L’osteoporosi sembra colpire maggiormente le donne e gli uomini di razza caucasica ed asiatica, risultano essere meno colpite le razze africane.

Tuttavia la popolazione maggiormente colpita è quella femminile (circa 1 donna su 4 contro 1 uomo su 10).

Ciò è conseguente alla maggiore aspettativa di vita, al contenuto di calcio nello scheletro mediamente inferiore rispetto a quello dell’uomo e, soprattutto, al fenomeno della menopausa. Con l’entrata in menopausa, infatti, si assiste a un rapido calo dei livelli degli ormoni femminili (gli estrogeni) che si associa a un’accelerazione della perdita di calcio dall’osso.

La perdita annua di massa ossea nelle donne in postmenopausa è dello 0,5% – 2%

Gli uomini vengono colpiti meno frequentemente e più tardivamente perché il declino della produzione degli ormoni sessuali è più graduale e di conseguenza anche la perdita di calcio sarà più tardiva e più lenta rispetto alle donne.

Il 70% degli uomini colpiti da osteoporosi hanno il livello secondario di questa patologia. Quando però è presente nelle ossa maschili, l’osteoporosi presenta le stesse complicanze di quello che avviene alla donna.
Terapie farmacologiche a base di cortisone e farmaci utilizzati per la cura del cancro alla prostata accelerano il rischio di osteoporosi severa.

Tuttavia, indipendentemente dal sesso, esiste una serie di fattori di rischio che possono portare l’individuo a contrarre l’osteoporosi, proprio perché per sua natura, questa patologia è multifattoriale. Vediamo brevemente l’elenco:

  • menopausa precoce e ipovarismo nelle donne;
  • ipogonadismo nell’uomo (sindrome di Klinefelter);
  • basso indice di massa corporea;
  • scarsa o nulla esposizione solare;
  • carenza di vitamina D, fondamentale per permettere al calcio di fissarsi nelle ossa;
  • abuso di fumo da sigaretta;
  • eccessivo consumo di alcool;
  • eccessivo uso di sodio e scarsa assunzione di calcio nella propria alimentazione;
  • casi di osteoporosi in famiglia;
  • sedentarietà / scarsa attività fisica;
  • periodo prolungati di immobilizzazione;
  • pregresse fratture da fragilità ossea;
  • trapianti d’organo.

Naturalmente nei pazienti con più fattori di rischio, il rischio di frattura è superiore a quello di pazienti con un singolo fattore di rischio.

Noi possiamo prevenire questa malattia, diagnosticarla prima delle sue complicanze impedendo così il rischio di fratture.
L’uomo e l’osteoporosi:

In Italia circa 1 milione di uomini vengono colpiti da osteoporosi e le fratture da fragilità ossea colpiscono per il 20% gli uomini.

Da osservare che la mortalità dovuta a osteoporosi severa con fratture resta molto alta, e dai 50 anni, il rischio nell’uomo di subire una frattura è superiore al rischio di contrarre il cancro alla prostata.

Dobbiamo dire che, a differenza delle donne, la maggior parte degli uomini non è motivata a tenere sotto controllo le proprie ossa: l’assenza della menopausa non porta l’uomo ad effettuare visite ed esami specialistici.

Possiamo però porre rimedio ad alcune cause che possono indurre l’osteoporosi:

Queste cause sono:

  • alimentazione con insufficiente apporto di vitamina D, vitamina K2, vitamina C, vitamine del gruppo B come la B9 (acido folico), la B12 (cianocobalamina), la B2 (riboflavina), minerali quali calcio, magnesio e zinco, proteine;
  • abitudini viziate come eccessivo consumo di alcolici e abuso di fumo da sigaretta;
  • assunzione di farmaci come anticoagulanti orali (antagonisti della vitamina K, per es warfarine acenocumarolo), antitrombotici della classe delle eparine come eparina sodica e calcica ed eparine a basso peso molecolare (nadroparina, dalteparina, enoxaparina e altre), alcuni farmaci contro l’HIV, metotrexato, corticosteroidi (cortisonici) come prednisone, betametasone, metilprednisolone, o inalatori, come flunisolide, fluticasone e beclometasone. Questi ultimi, chiamati anche antinfiammatori steroidei, cortisonici o corticosteroidi, potrebbero alterare il metabolismo osseo da entrambi i versi, sia indebolendo la costruzione di osso nuovo tramite riduzione degli osteoblasti, sia accelerando il processo erosivo mediante gli osteoclasti;
  • sedentarietà, inattività fisica;
  • insufficiente peso corporeo, quando è inferiore all’85% di quello considerato ideale, o altrimenti generalmente inferiore ai 55 kg;
  • abuso di lassativi: queste sostanze andrebbero usate solo quando è strettamente necessario e su consiglio del medico. Se usati a sproposito o peggio regolarmente, i lassativi possono ridurre l’assorbimento del calcio a livello intestinale, aumentandone la perdita con le feci;
  • anoressia nervosa;
  • ipercalciuria: anomala escrezione di calcio nelle urine che a lungo termine può portare alla formazione di calcoli (il pH dell’urina in questo caso è molto basso, estremamente acido);
  • iperomocisteinemia: concentrazione elevata di omocisteina nell’organismo dovuto a uno stile di vita alterato.
Alcune cause invece sono di difficile, se non impossibile rimedio:

Stiamo parlando di

  • razza;
  • avanzare dell’età;
  • sesso femminile;
  • presenza di fratture da fragilità ossea registrata in famiglia;
  • fratture subite prima dei 75 anni;
  • costituzione esile: le persone che hanno una struttura corporea esile tendono ad avere una massa ossea inferiore alle persone con una struttura più robusta.
Cosa possiamo consigliare a tutti coloro che già soffrono di osteoporosi?

Di seguito elenchiamo una serie di consigli utili e accorgimenti relativi alla gestione dell’osteoporosi e alla prevenzione delle sue complicanze.

Per prevenire future fratture da fragilità ossea:

  • Attenzione al peso corporeo: il sovrappeso e l’eccessiva magrezza possono mettere a rischio la salute delle ossa;
  • dobbiamo praticare un’attività fisica moderata e costante per incrementare la forza muscolare e migliorare l’agilità e l’equilibrio: questo contribuirà a diminuire il rischio di cadute;
  • se sentiamo un dolore insolito e prolungato alla schiena, rivolgiamoci subito al medico di fiducia. Qui da noi, si può richiedere un consulto presso il medico della salute.

Ricordiamo sempre che una frattura alle ossa, se non legata a traumi di una certa entità, può essere ricondotta a condizioni osteoporotiche.

In caso di intervento chirurgico ortopedico:

  • una volta tornati a casa, meglio non restare da soli: è preferibile farci assistere da un nostro familiare o persona di fiducia;

  • in caso di intervento al femore, dovremo utilizzare un bastone d’appoggio per camminare, adeguandolo alla statura e portandolo dal lato della gamba non fratturata.

In caso di frattura al femore:

La frattura al femore può dare effetti invalidanti perciò occorre garantire il Recupero specialmente con l’attività fisica. Perché è così importante?

Perché il movimento permette ai muscoli e ai tendini di esercitare un’azione meccanica sulle cellule ossee, stimolando il loro metabolismo (+ osteoblasti e – osteoclasti) e la produzione di nuovo tessuto osseo. Effetto opposto a ciò che accade nell’osteoporosi.

Un’attività fisica importante? La semplice camminata all’aria aperta. Questa fa sì che ci sia un maggior carico sugli arti inferiori e una maggiore sollecitazione di muscoli e tendini che favoriscono l’aumento di massa ossea.

I muscoli saranno forti, l’Equilibrio sarà migliorato e il rischio di cadute scenderà.

Come comportarsi a casa?

  • Ordinare casa propria, togliendo oggetti sparsi sul pavimento e sui tappeti: potrebbero essere causa di inciampi e cadute;

  • attenzione ai nostri amici a 4 zampe: anche loro potrebbero farci cadere a terra;

  • evitare di camminare su superfici scivolose;
  • utilizzare scarpe con tacchi bassi e suole antiscivolo;
  • attrezzare il bagno, affiggendo in posizioni strategiche sui muri apposite maniglie di appoggio;

  • consigliamo di accendere le luci se si percorre la casa durante la notte.

Consigliamo una leggera attività fisica per evitare microstress a livello osseo. In particolare praticare il tai-chi o una ginnastica posturale dolce aiuta nel controllo della postura riducendo il rischio di cadute.

Come prevenire l’osteoporosi?

Abbiamo molti mezzi a disposizione.

Sul piano alimentare:

  • mangia cereali integrali, legumi, pesce, frutta e verdura;

  • La vitamina D: ne sono naturalmente ricchi i pesci più grassi come ad esempio il salmone, tonno, merluzzo, pesce azzurro e uova;

  • preferisci uno yogurt intero anziché uno magro: i lipidi facilitano l’assorbimento del calcio;

  • limita il caffè perché ha un effetto acidificante sul tuo organismo;

  • diminuisci il consumo di sale, quest’ultimo aumenta l’eliminazione del calcio con l’urina;

  • abolisci il fumo e gli alcolici: il fumo, al pari dell’alcol, interferisce negativamente anche con il metabolismo osseo, inibendo l’attività degli osteoblasti, stimolando quella degli osteoclasti e riducendo la sintesi di ormoni come il testosterone e gli estrogeni. I fumatori infatti sono a maggior rischio di una qualsiasi frattura rispetto ai non fumatori: si è visto che il fumo aumenta fino a 1,8 volte il rischio di frattura di femore.

  • Controlla tramite un semplice prelievo del sangue i tuoi livelli di vitamina D: se sei carente assumi integratori a base di vitamina D sotto consiglio del tuo medico.

  • no alle diete dimagranti drastiche: avere una data quantità di massa grassa nel proprio corpo è indice di salute non malattia! Una scarsa alimentazione non bilanciata non permette un adeguato introito di proteine e minerali, andando così ad abbassare anche il livello di tessuto adiposo, che produrrà una scarsa quantità di estrogeni, fondamentali per la salute delle ossa.

Un peso forma corretto è importante: gli stati di sottopeso, sovrappeso e obesità sono fattori di rischio per la contrazione dell’osteoporosi.

L’obesità è caratterizzata da un eccesso di tessuto adiposo a livello addominale. Il tessuto adiposo è una fonte di energia ma anche di ormoni e di molecole adipochine/citochine pro infiammatorie, responsabili di infiammazione e fattore di rischio per l’insorgenza di numerose malattie metaboliche croniche capaci di influenzare negativamente il metabolismo osseo, stimolando la produzione di osteoclasti a svantaggio degli osteoblasti.

Attenzione alle terapie farmacologiche a base di cortisone.

Ecco perché:
l’esposizione prolungata a concentrazioni sovra-fisiologiche di cortisonici da un lato inibisce l’attivazione degli osteoblasti, le cellule deputate alla formazione di nuovo tessuto osseo, dall’altro favorisce l’attivazione degli osteoclasti, cioè delle cellule che determinano la distruzione dell’osso. Ciò comporta un eccesso di riassorbimento del tessuto osseo e ad un aumento della fragilità e del rischio fratture.

L’entità della perdita ossea e i rischi di frattura causati da questi farmaci dipendono principalmente dalla dose e dalla durata della terapia, ma sono anche influenzati dallo stato di salute del paziente.

E’ quindi particolarmente importante, oltre che controllato dal proprio medico, che un soggetto che stia iniziando una terapia con il cortisone venga anche adeguatamente valutato da uno specialista nelle malattie metaboliche ossee, affinché si possano rapidamente mettere in atto misure preventive o terapeutiche, considerando che il danno da cortisone può essere particolarmente precoce.

Sul piano dell’attività fisica:

Per prevenire l’osteoporosi svolgi regolarmente attività fisica per aumentare la forza muscolare e la resistenza dell’osso. Il metabolismo osseo sarà quindi positivamente stimolato.

Lo sport costituisce uno stimolo importante per lo scheletro, aumenta la capacità di equilibrio diminuendo la possibilità di cadute ed eventuali fratture da fragilità ossea.

È importante camminare almeno mezz’ora tutti i giorni.

Evitiamo di prendere l’ascensore

Inoltre una fonte di vitamina D, sempre disponibile e che non costa nulla è il sole!

L’esposizione solare provocherà negli strati profondi della pelle la conversione del deidrocolesterolo in vitamina D.

Proteggiti dal sole nelle ore calde, ma non considerarlo erroneamente come un nemico, esponiti al sole almeno 45 minuti al giorno.

In questo modo favorirai la produzione endogena di vitamina D all’interno del tuo Corpo.

La vitamina D serve a garantire un’adeguata mineralizzazione ed è fondamentale a livello intestinale per garantire l’assorbimento del calcio.

Scopri di più riguardo l’importanza della vitamina D .

Previeni l’osteoporosi all’aria aperta! È il caso di dirlo.

Diversi studi scientifici hanno dimostrato che i fattori di rischio dell’insorgenza osteoporotica, possono essere prevenuti durante l’infanzia con una dieta corretta capace di garantire l’assunzione di proteine, calcio e vitamina D, fondamentali per il raggiungimento del picco di massa ossea.

Il picco di massa ossea è la quantità di tessuto minerale osseo presente alla fine della crescita, da cui partirà in futuro, la successiva perdita.

Le sostanze sopracitate devono essere continuamente presenti anche nell’età adulta.

Consiglio riservato ai soggetti giovani quindi: più è alto il picco osseo, più è elevata la massa ossea in età giovanile, più saremo protetti dall’osteoporosi.

Cominciamo a voler bene al nostro scheletro il prima possibile!

Come accorgersi di avere l’osteoporosi?

L’osteoporosi è una malattia difficile da riconoscere: il più delle volte non dà nessun segno di sé.

Per questo è stata definita il “ladro silenzioso”, perché ruba per anni, senza farsene accorgere, i minerali dal nostro osso.

Purtroppo, nella maggior parte dei casi, non dà nessun segnale premonitore, non provoca dolore alle ossa, non da altri sintomi e segno di sé per molti anni, fino a quando non si complica con la prima frattura “da fragilità ossea”: fratture di polso, coste, vertebre o femore a seguito di traumi anche molto lievi e banali.

Può comunque accadere che una frattura vertebrale si manifesti con un dolore improvviso, acuto, localizzato alla schiena, che sia accentua durante il movimento, o posizioni di carico, oppure nella posizione ferma in piedi.

Nel caso la frattura avesse interessato gli arti superiori o inferiori, il dolore rimane costante ed è associato a deficit funzionali gravi come una difficoltà nell’utilizzo del braccio o della gamba.

Con il passare del tempo possiamo però notare altri segnali di allarme come:

  • postura incurvata

  • calo di statura (effetto dello schiacciamento di uno o più corpi vertebrali)

  • fratture spontanee o per piccoli traumi non commisurati all’entità del danno: trattasi di fratture da fragilità ossea. Esse si verificano specialmente a livello femorale, vertebrale e dei polsi.
    Spesso nel paziente osteoporotico con frattura al femore, vengono riscontrate anche più fratture vertebrali confuse dal paziente con un semplice mal di schiena;

  • cruralgia, coxalgia;

  • dolore alla colonna lombare o dorsale;
  • difficoltà respiratorie;

  • condizioni di iperlordosi o ipercifosi;

  • problemi gastrointestinali;

  • dolore infido, vago dovuto al fatto che l’osso meno compatto stira le terminazioni nervose del periostio.

Se non poniamo rimedio alla patologia, si andrà incontro a:

  • depressione;

  • allettamento;

  • disabilità fisica.

A una patologia sistemica si risponde con un approccio sistemico!

Non è stato Facile, ma ce l’abbiamo fatta!

Siamo riusciti a collegare vari specialisti per inserire la patologia in un contesto più ampio, reso però più semplice grazie all’introduzione della figura del Medico della Salute, perno fondamentale di interconnessione tra il paziente e lo specialista di riferimento.

Attenzione ai luoghi comuni:

L’intervento chirurgico non risolve l’osteoporosi. Il problema è la riduzione del volume delle ossa e può essere risolto con un approccio multidisciplinare di tipo fisico, nutrizionale e fisioterapico.

Quali Benefici otterrai dal programma STOP OSTEOPOROSI?

Eccone qualcuno:

  1. arresto e inversione dell’osteoporosi.

2. Rafforzamento delle ossa.

3. Incremento della densità minerale ossea con un ritorno ai range standard a seconda dell’età del paziente.

4. Diminuzione dello stato di acidosi.

5. Alcalinizzazione dell’organismo.

6. Miglioramento del sonno.

7. Miglioramento delle condizioni di vita e dei rapporti sociali.

A Chi Consigliamo di aderire a STOP OSTEOPOROSI?
  • A coloro che si sono sottoposti all’esame MOC ed è stata accertata l’osteoporosi.

  • A coloro i cui precedenti esami radiologici hanno rilevato la presenza di fratture dovute a fragilità ossea che hanno portato alla deformazione delle vertebre.

  • Ai pazienti i cui precedenti esami radiologici hanno rilevato presenza di osteoporosi e/o cedimenti vertebrali.
  • Ai soggetti che hanno avuto casi di osteoporosi in famiglia.

  • A tutti i soggetti che presentano condizioni di rischio quali carenza di vitamina D, inadeguato introito di calcio, periodi prolungati di immobilizzazione, fumo e abuso di alcool.

  • A coloro che in famiglia hanno già avuto casi di fratture vertebrali o al femore.

Ricordiamo che una frattura al femore risulta evidente, mentre le fratture vertebrali passano spesso inosservate. Come scoprirle? I segnali possono essere un incurvamento della schiena, una riduzione dell’altezza o un dolore persistente alla colonna. Spesso questi sintomi vengono accertati da una radiografia.

  • Ai soggetti osteoporotici portatori di protesi d’anca.

  • A donne e uomini che hanno avuto una perdita di statura superiore ai 6 cm.

  • Ai pazienti che soffrono di malattie associate ad osteoporosi come ad esempio:
    • malattie reumatiche (artrite reumatoide, lupus eritematoso sistemico);
    • malattie endocrine (ipotiroidismo, ipogonadismo);
    • connettiviti indifferenziate;
    • malattie metaboliche del collagene;
    • malattie ematologiche (linfoma, mieloma multiplo, leucemia);
    • malattie renali (insufficienza renale cronica, acidosi tubulare renale, ipercalciuria);
    • bronco pneumopatia cronica ostruttiva;
    • artrite psoriasica;
    • sclerodermia;
    • malattie neurologiche (Parkinson, sclerosi multipla);
    • diabete;
    • malattie infiammatorie intestinali croniche (celiachia, morbo di Crohn) e malattie epatiche;
    • BPCO;
    • AIDS;
    • anoressia nervosa;
    • depressione;
    • grave disabilità motoria.

 

  • Ai pazienti che stanno per intraprendere o stanno già effettuando un trattamento farmacologico a base di cortisone e/o farmaci acidificanti e osteopenizzanti per più di un trimestre.

 

  • Alle donne che:
    • presentano carenza estrogenica dovuta a menopausa precoce (registrata prima dei 45 anni) o periodi prolungati di amenorrea;

    • hanno un’anamnesi familiare materna positiva per frattura al femore, o per fratture Colles (al collo del femore), o fratture vertebrali intervenute prima dei 75 anni.

  • Ai soggetti anziani: molti di loro possono avere patologie o assumere farmaci che possono ridurre l’equilibrio e la forza muscolare. Tutto ciò va ad aumentare il rischio di cadute, innalzando così la probabilità di subire fratture da fragilità ossea.

A fini di prevenzione anche ai soggetti che non presentano questa patologia, in particolare:

  • donne e uomini che presentano eccessiva magrezza;

  • donne in menopausa (dai 50 in su);

  • donne che stanno affrontando il periodo della postmenopausa: in questa fase si ha un rischio di contrarre questa patologia 4 volte superiore;

  • uomini che hanno superato i 50 anni.

Come è strutturato il programma STOP OSTEOPOROSI?

Nella maggior parte dei casi, i pazienti decidono di curare l’osteoporosi dopo aver subito la prima frattura al fine di evitare fratture successive.

La prevenzione si attua innanzitutto e generalmente mediante la correzione dei fattori di rischio.

Innanzitutto raccomandiamo al paziente di eseguire la MOC.

Successivamente alla diagnosi di osteoporosi oppure ai fini di prevenzione, il paziente svolgerà prima un test psicofisico grazie all’esame di analisi muscolo scheletrica seguito dalla visita con il Medico della Salute, nostra figura di riferimento nel trattamento dell’osteoporosi e delle fratture da fragilità ossea.

Dalla visita, dopo attenta anamnesi ed esame obiettivo, a seconda della gravità della patologia, il Medico della Salute indirizzerà il paziente a:

  1. check up fisioterapico.

2. Ricondizionamento aerobico personalizzato composto prevalentemente da tecniche di:

  • ginnastica dolce;

  • potenziamento muscolare;

Pilates Fisios

  • esercizi tecnici di respirazione;

Keope Gpr

3. Velasmooth.

4. Ossigeno-ozonoterapia.

5. Riabilitazione nutrizionale.

Al termine il paziente sarà nuovamente sottoposto ad analisi muscolo scheletrica e del sistema nervoso, per rilevare non solo lo stato di salute generale, ma soprattutto l’indicatore della densità ossea T score.

Paziente, medico della salute, il team di fisioterapisti ed eventuali medici specialisti potranno verificare l’efficacia delle soluzioni intraprese.

Tutto questo può essere ripetuto anche ogni mese. 

STOP OSTEOPOROSI è basato specialmente sulla prevenzione.

Prevenire l’osteoporosi significa non andare incontro ad alcuna frattura.

Come si esegue la MOC?

Per maggiori informazioni riguardante l’esecuzione della MOC puoi cliccare qui.

Come avviene la visita con il Medico della Salute

Dopo la MOC, al fine di diagnosticare correttamente lo stato osteoporotico, il Medico della Salute prescriverà la seguente serie di esami ematochimici (trattasi dell’elenco completo, a seconda del caso riscontrato possono esserne richiesti anche meno):

  • emocromo.
  • VES.
  • Proteina C reattiva alta sensibilità.
  • Omocisteina.
  • Vitamina D.
  • Vitamina B12.
  • Acido Folico.
  • Elettroliti: Ca, K, Mg, Na, Cl, P.
  • Sideremia.
  • Ferritina.
  • Transferrina.
  • Colesterolo buono HDL.
  • Colesterolo cattivo LDL.
  • Colesterolo totale.
  • Trigliceridi.
  • TSH.
  • T3.
  • T4.
  • PTH.
  • Emoglobina glicata.
  • Insulinemia.
  • Azotemia.
  • Creatininemia.
  • Glicemia.
  • Gamma GT.
  • GPT.
  • Transaminasi.
  • Proteine totali.
  • Elettroforesi proteica.

Dall’esito degli esami, se il paziente è in uno stato osteoporotico, il Medico della Salute indirizzerà il paziente alla terapista per la diagnosi e l’accertamento di altri valori tramite l’analisi muscolo scheletrica e del sistema nervoso.

Come avviene l’esame di analisi muscolo scheletrica e del sistema nervoso?
Come avviene il check up fisioterapico?

Per maggiori informazioni riguardo l’esecuzione del check up fisioterapico puoi cliccare qui.

Quali esercizi fisici possono essere eseguiti?

La ricerca, la prevenzione ed il trattamento dell’osteoporosi si sono focalizzate in precedenza su fattori di tipo ormonale (in particolare sul rallentamento della produzione di estrogeni in concomitanza della menopausa). Tuttavia, gli studi epidemiologici, clinici e di biologia ossea indicano che sono i fattori di tipo meccanico, ossia l’attività fisica, a giocare un ruolo di primo piano nel mantenimento della salute delle ossa.

In generale la diminuzione del livello di attività fisica nella popolazione è probabilmente la causa principale dell’aumento dell’incidenza delle fratture all’anca negli ultimi 30 anni. (Pedersen & Saltin, 2006).

I dati derivanti dall’analisi della letteratura possono essere sintetizzati in termini di attività fisica e riduzione delle fratture da osteoporosi ed effetti dell’attività fisica sull’incremento o sul rallentamento del declino del contenuto e della densità minerale ossea.

L’esercizio fisico contribuisce significativamente:

  • all’aumento della densità minerale ossea BMD soprattutto nelle regioni chiave della colonna e dell’anca;
  • al rinforzo della muscolatura;
  • all’aumento della capacità di equilibrio riducendo così il rischio di cadute e fratture conseguenti.

Accorgimenti pratici da seguire:

  • camminare almeno mezz’ora al giorno;
  • evitare di prendere l’ascensore;

  • portare a passeggio il nostro amico a 4 zampe e/o nipotini.

Maggiore è l’attività fisica, minore sarà il rischio di fratture (in particolare relativamente all’area prossimale del femore).

Per aumentare la BMD si consigliano:

5 ore settimanali di camminata (più efficace del nuoto).

Molto spesso al paziente viene consigliato di fare frequenti passeggiate all’aria aperta: il fisioterapista darà opportune indicazioni, consiglierà quali calzature indossare e come eseguire la camminata (tempo e velocità).

 

  • Esercizi di forza eseguiti utilizzando il peso del corpo come carico. Da eseguire principalmente 2 volte alla settimana.

 

  • Esercizi di flessibilità: hanno un effetto ridotto sulla densità minerale ossea, ma devono essere eseguiti su base giornaliera per i benefici che apportano alla mobilità, al rilassamento ed al senso di benessere. Questi esercizi possono durare da 10 secondi a qualche minuto a seconda della tecnica.

 

  • Esercizi aerobici come lo step: trattandosi di un esercizio che va eseguito in posizione verticale, si eviteranno forti impatti sulle articolazioni.

 

  • Camminata sul tapis roulant: essa va regolata a seconda della condizione strutturale del paziente e pare essere una delle migliori opzioni.

 

L’intensità dell’allenamento aerobico dovrebbe attestarsi tra il 70% e l’85% della frequenza cardiaca massima rapportata all’età, iniziando con percentuali inferiori per le prime 4 – 6 settimane e progredendo gradualmente. La durata deve essere idealmente di 30 minuti.
I soggetti fuori forma possono iniziare con soli 5 minuti ed aumentare gradualmente la durata del 10% ogni settimana.

Gli esercizi alla cyclette o il nuoto possono migliorare la condizione aerobica ma non sono l’ideale per la conservazione della BMD.

 

Gli sport statisticamente più consigliati sono la camminata,

il sollevamento pesi leggero,

l’aerobica

e il ballo,

perché il peso del corpo va a stimolare l’attività tendineo muscolare. Consigliati sono anche lo yoga e lo stretching perché migliorano flessibilità ed equilibrio.

Curiosamente uno sport che sembra non avere effetti sul paziente osteoporotico è il nuoto: perché l’assenza di carico non stimola la produzione di nuovo tessuto osseo.

Sconsigliamo l’uso del tapis roulant

a tutti i pazienti che hanno avuto gravi lesioni ad anche,

ginocchia,

caviglie

o piedi.


Gli sport più sconsigliati sono il sollevamento pesi quando diventa eccessivo e il golf perché comporta la torsione della colonna.

Tutto ciò contribuirà a migliorare le funzioni motorie di equilibrio, coordinazione, agilità, velocità, tempo di reazione.

Questo ovviamente è stato solo un accenno, perché sarà comunque la nostra fisioterapista ad indicare i migliori esercizi fisici per il paziente.

In cosa consiste la riabilitazione nutrizionale?

La riabilitazione nutrizionale utilizza vari protocolli che si sono dimostrati utili nella prevenzione dell’aterosclerosi e delle neoplasie, e sono anche di aiuto nelle malattie infiammatorie delle articolazioni e non di meno nel trattamento dell’osteoporosi.

L’obiettivo è puntare alla riduzione delle citochine infiammatorie responsabili dell’attivazione degli osteoclasti, principali responsabili dell’osteoporosi. A questo fine, un riequilibrio del microbiota intestinale

tramite un intervento nutrizionale ed eventualmente nutraceutico ha un effetto sinergico nella riduzione dell’infiammazione.

La riabilitazione nutrizionale porta, attraverso la valutazione delle abitudini alimentari del paziente e della sua composizione corporea, alla preparazione di un intervento dietetico mirato e completamente personalizzato anche e soprattutto in funzione di patologie concomitanti.

Nel caso dell’osteoporosi si prevede un incrementato apporto proteico, copiose quantità di frutta e verdura, adeguati apporti di vitamina D (ormone deputato all’assorbimento intestinale del calcio), vitamina K2, calcio (con dovuta attenzione), e integratori alcalinizzanti.

Per un’idratazione regolare, un elemento fondamentale della terapia dietetica è rappresentato dall’acqua e dal suo corretto utilizzo. Quest’ultima spesso non è valutata idoneamente dal paziente e causa alterazioni fisiologiche che contribuiscono alla recrudescenza della patologia osteoporotica.

Non per ultimo un supplemento vitaminico tramite l’assunzione controllata e contestualizzata di nutraceutici può contribuire ad un sollecito ripristino delle funzioni fisiologiche e di conseguenza ad un miglioramento dell’osteoporosi.

Obiettivi principali: bilanciare il fabbisogno di acqua, la distribuzione del carico glicemico nell’arco della giornata e ridurre il carico di acidi nelle 24 ore.

Come funziona Keope GPR?

Per maggiori informazioni riguardo il funzionamento Keope GPR puoi cliccare qui.

In cosa consiste il Pilates Fisios ai pazienti osteoporotici?

Per maggiori informazioni su di cosa si tratta il Pilates Fisios puoi cliccare qui.

D’accordo ho deciso di partecipare al vostro programma, permettetemi qualche domanda però
Come mi devo preparare a STOP OSTEOPOROSI?

Non è richiesta alcuna preparazione particolare.

Quanto dura la terapia?

La durata dipende dallo stadio di gravità dell’osteoporosi. La fine della terapia deve prevedere in’ultima battuta una visita ex post (al termine di tutto il ciclo riabilitativo di terapie) con il Medico della Salute per valutare l’efficacia stessa del programma terapeutico adottato, decidendo se proseguire per migliorare i risultati o mettere la parola fine a fronte di un conclamato e definitivo miglioramento.

Proverò dolore?

Assolutamente no. Tutte le terapie descritte sono totalmente indolori.

L’intero programma è sicuro?

Sì, con una minima eccezione della MOC: un esame considerato minimamente invasivo per la dose minima di radiazioni ionizzanti rilasciate.

Come mi sentirò al termine?

Il rafforzamento delle ossa fa parte di un ottimo recupero fisico che di conseguenza porterà a una maggiore autostima, una ritrovata energia

e ad un miglioramento dei rapporti sociali.

A chi è sconsigliato questo programma?

Alle donne in dolce attesa

e ai portatori di pacemaker (ma solo per ciò che concerne l’analisi muscolo scheletrica e del sistema nervoso).

 

Cosa potete fare in più per me?

A seconda del caso riscontrato, potranno essere prescritte una o più terapie, perciò facilitare il programma di recupero,  noi del Sangiovanni Risposte alle Patologie, previo tuo consenso, ti ricorderemo quando ripresentarti per le visite e terapie tramite invio di sms sul tuo cellulare.

 

  Grazie! Accetto volentieri
Cos'è allora STOP OSTEOPOROSI?

Trattasi di un programma ideato dalle numerose richieste dei pazienti colpiti da tale patologia e rivolto quindi a tutti coloro che hanno un’osteoporosi in corso o che vogliono prevenirla.

Il programma di prevenzione consiste in un insieme di misure adottate da medici e fisioterapisti sotto la guida del Medico della Salute tese ad impedire o rallentare la comparsa dell’osteoporosi.

Il principale scopo finale dell’intero programma è aumentare la densità minerale ossea (Bone Mineral Density, BMD).

Dove Siamo ?

Siamo a Loano in via delle Peschiere 43

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    Scopri chi è il Tecnico Radiologo:

    Dott. Marco Roccella

    Tessera n° 1105 dell’albo dei tecnici di Radiologia Medica dal 16.12.15.

    Titoli di studio:

    2015: Laurea in tecniche di Radiologia Medica per Immagini e Radioterapia . Titolo tesi: l’Evoluzione Tecnologica delle apparecchiature di Radiologia Diagnostica in angiografia. Votazione finale: 100/110. Dipartimento di scienze della Salute, Università degli studi di Genova.

    Esperienze Professionali

    2013 – 2015: tirocinio con funzione di tecnico di Radiologia in tutte le metodiche per un periodo complessivo di 2.000 ore, presso ASL 2 savonese, Pietra Ligure (SV).  

    2015 – 2016: installatore di sistemi operativi ospedalieri, in specifico radiologici con periodi di affiancamento al personale Medico e tecnico aventi l’obiettivo di Aiutare l’apprendimento e l’uso del Nuovo applicativo aziendale presso El.Co., Cairo Montenotte (SV).
    Lavoro svolto in svariate sedi italiane come gli spedali civili di Brescia e l’ospedale di Rossano (CS).

    2016: Tecnico di Radiologia , responsabile dell’esecuzione di tutti gli esami concernenti la Radiologia , compresi esami preoperatori ortopedici per gli ospedali Galeazzi di Torino, e per il policlinico di Monza, presso Simed srl, Albenga (SV).

    Dal 2018: collaborazione con Sangiovanni Poliambulatorio  dell’esecuzione di tutti gli esami concernenti la Radiologia , in particolare specializzata e finalizzata alla Prevenzione delle malattie senologiche, esecuzione di esami di diagnostica RX, panoramiche e mammografie.

    Scopri chi sono i Medici Radiologi:

    Dott. Ugo Maisano

    Titoli di studio

    1988: Laurea in Medicina e Chirurgia (96/110), Università di Torino,
    Tesi “Recenti progressi nella radiologia interventistica delle vie biliari” (rel. Prof G. Juliani)

    1988: esame di stato per l’abilitazione all’esercizio della professione (97/100)

    1992: specializzazione in Radiodiagnostica (70/70), Università di Torino
    Tesi: Confronto dosimetrico tra radiologia convenzionale e digitale nello studio dell’apparato digerente; rel. Prof G. L. Sannazzari.

    Esperienze professionali

    1988 – 1998: frequenta l’Istituto di Radiologia dell’Università di Torino (dir. Prof. G. Juliani) e in particolare la diagnostica TC e Interventistica (docente Prof. G. Gandini) acquisendo esperienza nel trattamento percutaneo della patologia biliare e urinaria, eseguendo pubblicazioni.
    Attività libero professionale presso il Servizio di Tomografia Computerizzata della Casa di Cura Città di Bra e saltuariamente presso le Cliniche Pinna-Pintor e S.Paolo di Torino.

    1989 – 1990: allievo ufficiale medico di complemento al 102° corso AUC e successivamente assistente di reparto presso il servizio di radiologia dell’Ospedale Militare di Torino col grado di Sottotenente; esperienza in radiologia convenzionale e contrasto grafica.
    Quotidiana frequenza presso l’Istituto di Radiologia dell’Università di Torino (prof. G. Juliani) con attività in TC, ecografia, radiologia interventistica non vascolare.

    1991 – 1994: assistente radiologo a tempo pieno presso il Servizio di Radiologia Centrale dell’Ospedale S.Giovanni Battista di Torino – Molinette;
    – esperienza in radiologia convenzionale e contrasto grafica, in particolare del colon, del tenue, delle prime vie digestive, studio della deglutizione (oltre 1.000 esami per ognuna delle metodiche), urografie;
    – interventistica vie urinarie,
    – frequenza in ecografia e TC;
    – collaborazione all’installazione del sistema informatizzato di gestione degli esami radiografici (PACS);
    – studio di radioprotezione e dosimetria in radiologia tradizionale;
    – collaborazione con le Cliniche Otorinolaringoiatriche per lo studio videofluorografico digitale delle prime vie aeree e digestive, deglutizione e fonazione, rieducazione funzionale;
    – esecuzione di pubblicazioni;
    – Docente presso la Scuola Professionale per Tecnici Sanitari di Radiologia Medica, presidio ospedaliero Molinette (Tecnica e anatomia radiologica e radio isotopica) negli anni 1991/92; 1992/93;
    1993/94.
    – Relatore al 36° Congresso Nazionale dell’Associazione Italiana di Radiologia Medica e Medicina Nucleare (SIRMN) – Genova, 1992 (“Lo studio della deglutizione mediante DSI”).

    1994 – 2015: aiuto fascia A e successivamente dirigente medico di I livello, posizione funzionale B2, presso il Servizio di Radiologia dell’Ospedale S.Bernardino di Ceva, ASL 16 Mondovì-Ceva;
    – attribuzione mansioni superiori dal 01.12.1996 al 31.01.1997;
    – attività in radiologia convenzionale, contrasto grafica, ecografica, ecodoppler, TC convenzionale e spirale, interventistica non vascolare, emergenza-urgenza.
    Consulente presso l’ASL Savonese n° 2, Poliambulatorio di Via Collodi (esami di RX convenzionale ed ecografie).
    Consulente presso l’Ospedale S.Croce di Cuneo (turni di guardia attiva radiologica in RX convenzionale, ecografia, TC).
    Consulente presso l’Ospedale di Savigliano (attività in radiologia convenzionale, Ecografia e TC per pazienti ambulatoriali esterni, ricoverati e di DEA).
    Consulente presso l’ambulatorio ecografico di Dogliani (ASL CN1).

    Dal 2015 ad oggi: attività libero professionale radiologica presso CDC S.p.A – Torino.

    Dal 2016: Responsabile del Servizio di Risonanza Nucleare Magnetica presso Fondazione Orizzonte Speranza in Boves (Cn).

    Collaborazione con Sangiovanni Poliambulatorio.

    Dott. Massimo Resasco

    Esperienza in:

    Radiologia Tradizionale con refertazione di oltre 50.000 esami radiologici all’attivo;
    Contrastografica;
    Ecotomografia Internistica, Senologica , Articolare e Muscoloscheletrica con oltre 11.000 esami ecografici all’attivo;
    Senologia Clinica e Mammografia con ca. 8.000 mammografie all’attivo;
    TAC (body e neuro);
    RMN del ginocchio con oltre 80.000 referti all’attivo.
    Esperienza di radiologia di urgenza e pronto soccorso con oltre 2.500 turni di Pronta Disponibilità in 25 anni di Attività Radiologica Ospedaliera.

    Titoli di studio

    1983: Laurea in Medicina e Chirurgia, Università di Genova.
    Abilitazione alla Professione di Medico Chirurgo, Università di Genova.

    1989: Specializzazione in Oncologia, Università di Genova.

    1994: Diploma Nazionale di Ecografia CAEI-SIRM.

    1999: Specializzazione in Radiodiagnostica, Università di Genova.

    1998: Diploma di Omeopatia SMB-Italia n° 1581.

    2015: Diploma di Omeopatia S.I.S.D.O.H n° 14.

    Esperienze professionali

    1984: Frequentatore volontario Divisione Chirurgia e Pronto Soccorso Ospedale San Carlo Milano

    1986: Frequentatore volontario Unità Terapia Intensiva Coronarica presso Ospedale de La Spezia.

    1987 – 1989: Medico Borsista per i 3 anni di frequenza della Scuola di Specializzazione in Oncologia all’ Istituto Tumori di Genova con esperienza di laboratorio e ricerca in Farmacologia, Clinica Ambulatoriale e di ricerca in Oncologia Clinica, soprattutto in Senologia.

    1988 – 1989: Attività di Senologo presso la sezione genovese della Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori.

    1989: Assistente Medico in Medicina di Base ASL 4-Albenganese

    1989 – 1990: Assistente Medico in Radiologia ASL 6-Bormide, Ospedale San Giuseppe di Cairo Montenotte.

    1990 – 2014: Medico Radiologo presso Ospedale Santa Maria della Misericordia di Albenga, prima come Assistente e successivamente come Dirigente Medico.

    1991 – 1993: Docente di Oncologia alla Scuola Infermieri Professionali della Asl 4 Albenganese.

    2004 – 2014: Partecipazione al programma Regionale di Screening Mammografico, in qualità di Radiologo Senologo Esperto.

    2003 – 2008: Consigliere dell’Ordine dei Medici della Provincia di Savona.

    2003 – 2012: Coordinatore della Commissione delle Medicine Non Convenzionali dell’Ordine dei Medici di Savona.

    2004 – 2008: Incarico professionale ad Alta Specializzazione in Diagnostica per Immagini e Senologia all’interno del Dipartimento Diagnostica per Immagini – Ospedale Santa Maria della Misericordia di Albenga con superamento della valutazione triennale e riconferma nell’incarico.

    2009 – 2014: Responsabilità della Struttura Semplice di Senologia all’interno del Dipartimento Diagnostica per Immagini – Ospedale Santa Maria della Misericordia Albenga.

    Dal 2016: collaborazione con Sangiovanni Poliambulatorio.

    Corsi Frequentati

    1986: Corso di Formazione – il Medico pratico e il paziente anziano: problemi clinico-assistenziali. Genova.
    Corso di Aggiornamento sull’Apparato Locomotore. Genova.
    Corso di Aggiornamento – Le malattie dell’apparato cardiovascolare. Savona.

    Corso di Aggiornamento – Malattia litiasica biliare. Sestri Levante.

    1986 – 1987: Corso di Aggiornamento in Oncologia- il trattamento domiciliare del paziente oncologico. La Spezia.
    Corso di Aggiornamento – il giovane medico e le emergenze medico-chirurgiche. Genova.

    1987: Corso di Aggiornamento – Patologia dell’apparato locomotore e urgenza traumatologica. Pietra Ligure.
    Corso di Aggiornamento – Moderno approccio alla patologia ambulatoriale. La Spezia.

    Corso di Aggiornamento – Neonatologia e Pediatria. Genova.

    Corso di Aggiornamento – Nuove prospettive diagnostiche e terapeutiche. Genova.

    1988: Corso di Aggiornamento – Medicina d’emergenza. Genova.
    Corso di Aggiornamento – Oncologia : i tumori del colon retto.

    Corso di Aggiornamento – Risonanza magnetica: frontiere dell’imaging e prospettive della spettroscopia in vivo. Genova.

    Corso di Aggiornamento – Le malattie allergiche: basi immunologiche , clinica , terapia e prevenzione. Genova.

    1989: Corso di Aggiornamento – Nuove prospettive diagnostiche e terapeutiche. Genova.
    Corso di Aggiornamento in Oncologia.
    Corso di Aggiornamento – Epidemiologia: metodi prospettiva. Genova.

    Partecipazione ai Congressi

    1986: La morte improvvisa. La Spezia.

    1987: Third International Conference on Progress in Cancer Research. San Remo.

    Second International Simposium: Multimodality treatment of Ovarian Cancer. Genova.

    Secondo Convegno Nazionale SIEIO. Genova.

    1988: Il dolore e il paziente oncologico. Genova.

    VI Riunione Nazionale di Oncologia Sperimentale e Clinica. Roma.

    I tumori del Colon-retto. Genova.

    Ruolo degli Istituti di Ricovero e Cura a carattere scientifico nel SSN. Genova.

    1989: Endocrinologia ed endocrinoterapia del carcinoma mammario. Santa Margherita Ligure.

    1994: SIRM Corso di Addestramento in Ecografia Internistica (CAEI), Ospedale San Paolo. Savona.
    Scuola Italiana di Senologia, Corso di Mammografia Diagnostica Senologica. Orta San Giulio.

    1996: SIRM Corso itinerante Sezioni Radiologia Scheletrica e Diagnostica per Immagini in Medicina dello Sport. Bordighera.
    SIRM Giornate Liguri di Diagnostica per Immagini. Arenano.

    1997: SMB Italia Milano. Giornata di Aggiornamento in Omeopatia. Milano.
    SIRM Corso TC Spirale nelle urgenze toracico addominali. Santa Margherita Ligure.

    1998: SIRM Imaging Diagnostico in Nefrourologia. Savona.
    Venerdì Radiologici Genovesi. Genova.

    1999: Università La Sapienza di Roma – Corso di Addestramento Residenziale in TC spirale addome. Roma.

    2000: AIMO Associazione Internazionale di Medicina Ortomolecolare – X Congresso di Medicina Ortomolecolare. Milano.
    SIMFER Società Italiana di Medicina Fisica e Riabilitazione Sezione Ligure – Congresso: Osteoporosi Attualità in Diagnostica e Terapia. Pietra Ligure.

    Pubblicazioni su riviste

    1988: M. Resasco, L Canobbio, F Trave, G. Valenti, A.Mazzoni, G. Canti, F. Boccardo and A. Nicolin:

    Plasma retinol levels and side effects following high-dose retinyl acetate in breast cancer patients
    Anticancer Research, vol 8 issue n 6.
    F. Brema, L. Canobbio, A.U.Decensi, G. Pastorino, M.C. Martini, M. Villauri, R. Gallotti, M. Resasco, M.L. Anselmi, F. Boccardo
    Phase II study with tamoxifen and high dose retinyl acetate in metastatic breast cancer patients In: Advances in management of malignancies. A. Sagripanti, A. Carpi and B. Grassi ed:, pp 381-385.

    1989: L. Canobbio, F. Boccardo, G. Pastorino, F. Brema, C. Martini, M. Resasco and L. Santi: Phase II study of navelbine in advanced breast cancer Seminars in Oncology vo 16 n 2 Suppl pp 33-36
    M. Costantini, T. Fassio, L. Canobbio, M. Landucci, M. Resasco, F. Boccardo:
    Role of blood groups as prognostic factors in primary breast cancer Oncology
    F. Boccardo, L. Canobbio M. Resasco et al.
    Phase II study of tamoxifen and high-dose retinyl acetate in advanced breast cancer patients

    European Journal Cancer and Cl. Onc.

    1990: M. Resasco, A.M. Roggio, F. Bazzarini, P. Riscaldi
    Apporto ecotomografico alla diagnosi di ileo biliare
    Diagnostica per Immagini vol 10 fasc 3-4/ pp 259 – 270.Ed. Benedettina , Parma

    2003:
    M. Resasco
    Medicina tradizionale e medicine non convenzionali: integrazione possibile?
    Pagine Mediche ODM Sv v. 2 pp 14-15
    G. Bergamaschi, M. Resasco,
    Il valore etico della Medicina non Convenzionale
    Pagine Mediche ODM Sv v. 3 pp 20-24.
    M.Resasco
    Rapporto medico-paziente e consenso informato nelle medicine non convenzionali.
    Pagine Mediche ODM Sv v 4 pp 20-21

    2004: M. Resasco
    Competenze del Medico nelle Medicine Non Convenzionali
    Pagine Mediche ODM Sv v 1 pp 27-28
    M. Resasco
    Conferenza pubblica “ Fitoterapia e Medicina Naturale”
    Savona.
    Pagine Mediche ODM SV v. 3-2004 pp 22-24.

    2005: M. Resasco
    Medicine non convenzionali e dignità professionale: uno sfogo amaro…
    Pagine Mediche ODM SV v. 1 pp 21-22
    M. Resasco
    Omeopatia e Omotossicologia
    Pagine Mediche ODM Sv v. 2 pp 14-15
    M. Resasco
    Medicine non convenzionali (MNC), stato dell’arte, attualità e prospettive future
    Pagine Mediche ODM Sv v. 3 pp 29-31

    Estratti di atti congressuali

    1987: M.Resasco et al
    Tamoxifen e retinyl acetato ad alte dosi nel trattamento del carcinoma mammario metastatico
    Atti del II convegno Nazionale SIEIO
    Genova.

    1988: M. Resasco et al
    Plasma retinol levels following high-dose retinyl acetate or retinyl palpitate
    Atti del Third International C
    onference on Prevention of Human Cancer: Chemoprevention
    Tucson Arizona USA.
    M. Resasco et al.
    Phase II study with tamoxifen and high-dose retinyl acetate in metastatic breast cancer patients
    Atti congresso internazionale “ Advanced in management of malignancies” Ascoli PicenO.
    M. Resasco et al.
    Carcinoma mammario maschile: studio retrospettivo
    Atti VI riunione Nazionale di Oncologia Sperimentale e Clinica
    Roma 20-23 novembre 1988
    (Tumori suppl. n 4 vol 74)
    M. Resasco et al.
    Valutazione del ruolo della scintigrafia ossea e dell’rx torace nella stadiazione preoperatoria del carcinoma mammario
    Atti VI riunione Nazionale di Oncologia Sperimentale e Clinica
    Roma.
    (Tumori suppl. n 4 vol 74)
    M. Resasco et al
    Valutazione del ruolo della scintigrafia ossea e dell’rx torace nel follow-up del carcinoma mammario
    Atti VI riunione Nazionale di Oncologia Sperimentale e Clinica
    Roma.
    (Tumori suppl. n 4 vol 74).

    1989: M. Resasco et al.
    Phase II study of navelbine in advanced breast cancer
    Sixth NCI – EORTC Symposium on new drugs in cancer therapy
    Amsterdam.
    M. Resasco et al.
    A phase II study with the vinca alkaloid, navelbine, in the treatment of advanced breast cancer patients
    ASCO Annual Meeting, San Francisco, California, USA.
    M. Resasco et al
    High-dose retinyl acetate in breast cancer patients: plasma retinol levels and toxicity
    Cancer detection and prevention ISPO Nizza, vol 14 issue 1, n 282:38
    M. Resasco et al
    Steroid hormone receptors as prognostic factors in primary breast cancer
    Cancer detection and prevention ISPO Nizza, vol 14 issue 184:37
    M. Resasco et al.
    The role of blood groups as prognostic factors in primary breast cancer
    Cancer detection and prevention ISPO Nizza, vol 14 issue 184:37
    M. Resasco et al
    A phase II study with navelbine, a new vinca alkaloid, in advanced breast cancer patients,
    5th European Conference on Clinical Oncology
    London.
    M. Resasco et al
    Combination of retinil acetate and tamoxifen in breast cancer: clinical
    and pharmacological results
    Joint NCI – IST symposium : Third IST internationale symposium
    “ biology and therapy of breast cancer “
    Genova. Oral presentation.
    M. Resasco et al
    Navelbine a new vinca alkaloid in the treatment of advanced breast cancer patients.
    Joint NCI – IST symposium : Third IST internationale symposium
    “ biology and therapy of breast cancer” Genova.

    Dott.ssa Maria Ala Veirana

    Dott. Carlo Somà

    Dott. Antonio Fazio

    Scopri chi è il Medico della Salute:

    Dott. Francesco Provaggi

    Fondatore del Gruppo Sangiovanni Centri Medici nel 1987.

    Titoli di Studio

    1981-1984 : Diploma di specializzazione in Odontostomatologia con punti 43/50 presso Università di Genova

    1980 : Abilitazione all’esercizio della professione di medico chirurgo presso Università di Genova

    1973 – 1979 : Corso di Laurea (durata 6 anni) in Medicina e Chirurgia presso Università degli Studi di Genova

    Esperienze Professionali

    2004 ad oggi :  Titolare, coordinatore, supervisore e collaboratore nella gestione sanitaria del centro presso San Giovanni Iam S.r.l. – Centro fisioterapico e di Medicina dello sport

    1991 ad oggi : Titolare, coordinatore, supervisore e collaboratore nella gestione sanitaria del centro San Giovanni Idf S.r.l.  – Centro fisioterapico e di Medicina dello sport

    1987 ad oggi : Direttore Sanitario presso Poliambulatorio San Giovanni, centro odontoiatrico e di diagnostica per immagini

    1983 ad oggi : Direttore Sanitario presso Studio odontoiatrico in Albenga (SV)

    1981 al 1983 : Titolare odontoiatra presso Studio odontoiatrico in Pieve di Teco (IM)

    1980 al 1981 : Medico assistente presso clinica Presentazione di Loano (SV)

    1980 al 1981 : Medico di famiglia / Sostituto medico di medicina generale presso USL Savonese

    1980 al 1981 : Tirocinio presso USL Savonese

    Divisione di recupero e rieducazione funzionale C/O Ospedale Santa Corona (SV)

    CORSI FREQUENTATI

    2018:

    2017:

    2016:

    2013:

    2008:

    2006:

    2005:

    2003:

    2002:

    2001:

    1998:

    1994:

    1993:

    Scopri le nostre Fisioterapiste

    Dott.ssa Linda Damonte

    Alta competenza nella Riabilitazione neuro-ortopedica, Respiratoria e sportiva e nella Terapia Fisica.

    Titoli di Studio

    2015: Laurea in Fisioterapia con 110 e Lode presso facoltà di Medicina e Chirurgia, Università degli Studi di Genova.
    Tesi: la fascia: il suuo ruolo come tessuto propriocettivo nel Controllo Posturale, nel Mantenimento dell’Equilibrio e nella coordinazione motoria.

    Esperienze Professionali

    2013 – 2015: Tirocinio clinico Ospedale Santa Corona, Pietra Ligure.
    Reparti:

    • Riabilitazione e Rieducazione Funzionale;
    • Unità Spinale Unipolare;
    • Neuroscienze;
    • Ortopedia e Traumatologia;
    • Chirurgia Protesica;
    • Chirurgia Generale (Toracica);
    • Centro di Riabilitazione Robotica.

    2014 – 2015: Tirocinio clinico esterno nelle seguenti strutture:

    • Ospedale Giannina Gaslini, Genova;
    • Casa di Cura Presentazione, Loano (SV);
    • Casa di Cura San Michele, Albenga (SV);
    • Ospedale La Colletta, Arenzano (GE): reparto di Riabilitazione Cardiologica;
    • Ospedale Santa Maria della Misericordia, Albenga (SV): reparto di Riabilitazione, MIOS;
    • Servizio di Assistenza Domiciliare integrata, Savona;
    • Ospedale San Paolo, Savona: reparto di Riabilitazione, Chirurgia della Mano;
    • Istituto AIAS Savona Onlus, Savona.

    2016: trattamenti di Pazienti ambulatoriali presso Istituto di Fisiochinesiterapia Fleming, Albissola Superiore (SV).

    2016 – 2017: Pratica clinica prima squadra Iglina Albisola Pallavolo.

    Trattamento di Pazienti degenti, presso RSA La Villa, Varazze (SV).

    Trattamento di Pazienti ambulatoriali presso Poliambulatorio Fisios srl, Vado Ligure (SV).

    Dal 2016 ad Oggi: trattamento di Pazienti degenti presso Residenza Protetta Oasi Sole e Mare, Arenzano (GE).

    2017: trattamento di Pazienti degenti presso Residenza Protetta Humanitas Sereni Orizzonti, Borghetto Santo Spirito (SV).

    Trattamento di Pazienti ambulatoriali presso Studio Milacca, Savona e Carcare (SV).

    Dal 2018: Collaborazione con Sangiovanni Centri Fisioterapici.

    CORSI FREQUENTATI

    2015: corso Manipolazione fasciale metodo Stecco.

    2017: corso Maitland livello base.

    2017: corso Mezieres – Genova ( Attestato di partecipazione )

    2017: Corso Tecar INDIBA ( Attestato 1 | Attestato 2)
    Scopri di più su INDIBA Activ Therapy

    2018: corso Mezieres.

    2018: corso di formazione DolorClast Method – Torino ( Attestato 1 | Attestato 2 )

    Dott.ssa Marta Amodeo

    TITOLI DI STUDIO
    • 2001: Diploma di Maturità presso il Liceo Scientifico Statale “Peano”, Tortona (AL), Votazione 90/100.
    • 2003: Laurea in Fisioterapia presso l’Università degli Studi di Pavia, Votazione 110 e Lode.
    ESPERIENZE PROFESSIONALI

    2003 – 2006: Rieducatrice in piscina e palestra presso il Centro di Riabilitazione Isokinetic di Torino.
    Dal 2006: collaborazione con i Sangiovanni Centri di Fisioterapia.

    CORSI FREQUENTATI

    2003: I Congresso di Idrokinesiterapia, Biella.

    2004: XIII Convegno di Traumatologia e Riabilitazione Sportiva – La Riabilitazione delle Lesioni Muscolari e Tendinee nello Sportivo.
    Corso di Aggiornamento su Casi Clinici di Spalla.
    La Caviglia dello Sportivo.
    Corso di Aggiornamento su Core Stability.

    2005: XIV Congresso di Traumatologia e Riabilitazione Sportiva – La Riabilitazione Accelerata dello Sportivo Infortunato.
    Riabilitazione e Ricondizionamento Aerobico.

    2006: The Rehabilitation of Winter and Mountain Sports Injuries

    2008: Diagnosi Funzionale e Riabilitazione dei Disturbi Muscolo Scheletrici della Spalla.
    Corso di Valutazione Funzionale e Diagnosi Differenziale in Fisioterapia.
    Clinica e Trattamento dell’Arto Inferiore.

    2009 – 2010: Master Universitario di I Livello in Riabilitazione dei Disordini Muscolo Scheletrici

    2011: Giornata Formativa di Presentazione Human Tecar Attestato

    2012: Kinesiotaping KT1-2

    2012 – 2013: Corso di Rieducazione Posturale Globale – Attestato Modulo I Modulo II Modulo III Modulo IV

    2014: La Spalla Degenerativa: Diagnosi e Trattamento.
    Approccio Chirurgico e Riabilitativo alle Problematiche a Carico del Piede

    2015: Idrokinesiterapia – Principi di Trattamento.
    Diagnostica per Immagini.
    Indiba Activ – Formazione Iniziale – Attestato
    Indiba Activ – Corso Specialistico Livello I – Attestato
    Indiba Activ – Corso Specialistico Activ Motion – Attestato

    2016: Nozioni Cliniche e Scientifiche per Trattamenti ad Onde d’Urto in Fisioterapia.

    2017: Il Ragionamento Clinico in Terapia Manuale nella Cefalea e nell’Emicrania con Approccio EBM.
    Pilates Fisios Matwork e Piccoli Attrezzi – Metodo Silvia Raneri – Attestato 1 Attestato 2

    2018: DoctorClast Method – Attestato

    2018: Le Onde d’urto radiale nelle patologie dell’arto inferiore – Attestato

    Dott.ssa Ilenia Magro

    Titoli di Studio

    2011: Laurea in Fisioterapia presso l’Università degli Studi di Genova, votazione 100/110.

    Esperienze Professionali

    Dal 2008 al 2011: tirocinio clinico presso:

    • struttura ospedaliera Santa Corona ASL 2, Pietra Ligure (SV) presso i reparti di:
      Unità Spinale Unipolare;
      dipartimento Riabilitazione e Rieducazione funzionale 1, DRRF 1;
      dipartimento Riabilitazione e Rieducazione funzionale 2, DRRF 2, presso i reparti di Ortopedia, chirurgia protesica, neuroscienze, malattie infettive osteoarticolari (MIOA), chirurgia vertebrale, chirurgia generale.
    • Scuola Materna comune di Pietra Ligure (SV).
    • Ospedale Pediatrico istituto Giannina Gaslini, Genova.
    • RSA Varazze ASL 2, Varazze (SV).
    • Presidio Riabilitativo La Presentazione, Loano (SV).
    • Ospedale San Paolo, reparto chirurgia della mano, Savona.
    • AIAS onlus, Savona.
    • Assistenza domiciliare integrata, dipartimento di Albenga (SV).
    • Casa di Cura San Michele, Albenga (SV).
    • Clinica cardiologica Villa Azzurra, Rapallo.

    Dal 2012: operativa presso i Sangiovanni Centri Fisioterapici.

    Corsi Frequentati

    2011: Basic Life Support Defibrillation, BLSD.

    2012: kinesiotaping KT1-2.

    Congress scientific regionale “Assessment e Terapia Manuale del colpo di frusta (whiplash syndrome).

    2013: Rieducazione Posturale Globale metodo Souchard

    Attestati: Modulo I Modulo II Modulo III Modulo IV Modulo V

    2014: approccio chirurgico e Riabilitativo alle problematiche del piede.

    La spalla degenerativa: diagnosi, Trattamento e Riabilitazione.

    2015: corso teorico pratico “Idrokinesiterapia – principi di Trattamento – Attestato

    Corso teorico pratico INDIBA® Activ – formazione iniziale – Attestato

    Corso teorico pratico INDIBA® Activ – corso specialistico livello I – Attestato

    Corso teorico pratico INDIBA® Activ – Sport course – Attestato

    2016: nozioni cliniche e scientifiche per Trattamenti ad Onde d’Urto in Fisioterapia – Trattamento delle patologie dell’arto superiore e inferiore (Swiss dolor clast ®).

    2017: il ragionamento clinico in Terapia Manuale nella cefalea e nell’emicrania: un approccio ebm.

    2018: stress e burn out nelle professioni Sanitarie, FAD.

    2018: DoctorClast Method – Attestato

    Dott.ssa Martina Scamuzzi

    Titoli di Studio

    1997: Diploma di abilitazione alla Professione sanitaria di Massofisioterapista.

    Esperienze Professionali

    1998 – 1999: Rieducatrice presso Salsomaggiore Terme (PR), stabilimento Zoja.

    Massaggiatrice squadre settore volley giovanile “Turris Pisa”.

    2000 – 2002: Massaggiatrice ai campionati europei femminili di tennis U/14.

    2000 – 2001: collaborazioni come Rieducatrice presso strutture della provincia di Savona ((ISI, Fleming di Albissola, CFT di Andora).

    Dal 2001: Rieducatrice presso Sangiovanni Centri Fisioterapici.

    Corsi Frequentati

    1996: corso di linfodrenaggio – metodo Vodder.

    Convegno “Il Medico e lo Sport – problematiche scientifiche e di comportamento”.

    1997: corso di Massaggio Sportivo.

    Convegno “Il ginocchio nello Sport – problematiche a confronto”.

    2003: corso di bendaggio funzionale.

    2005: convegno “La gestione dell’instabilità di spalla nell’Atleta Professionista”.

    2010 – 2011: giornate formative di Prevenzione Human Tecar – Attestato

    2012: corso di disostruzione in età pediatrica e adulta.

    2014: corso di operatore BLSD (Rianimazione cardiopolmonare e uso del defibrillatore).

    2015: corso di IdrokinesiterapiaAttestato

    Giornate formative Indiba ActivAttestato

    –        Formazione iniziale;

    –        Corso Specialistico livello I;

    –        Corso Specialistico activ motion.

    2016: nozioni scientifiche e cliniche per trattamenti di Onde d’Urto in Fisioterapia

    2017: corso VelasmoothAttestato 1 Attestato 2

    2018: corso “Il nuovo inquadramento delle lesioni muscolari e della cronic pain syndrom” organizzato da Atalanta Bergamasca Calcio.

    Corso “Le Onde d’Urto Radiali” nelle patologie dell’arto inferiore – Attestato 1 Attestato 2

    Scopri il nostro Biologo Nutrizionista

    Dott. Elio Maganza

    Titoli di Studio

    1996 – 2001: Diploma di maturità classica presso Liceo Classico “Giuseppe Mazzini”, Genova (Italia)

    2001 – 2010: Laurea Triennale in Scienze Biologiche – Università degli Studi di Genova, Genova (Italia)

    2015 – 2018: Laurea Magistrale in Biologia Molecolare e Sanitaria – Università degli Studi di Genova, Genova (Italia)

    2018: Insegnamento singolo di Geomorfologia – Università degli Studi di Genova, Genova (Italia)

    2018: Abilitazione all’esercizio della professione di Biologo – Università degli Studi di Genova, Genova (Italia)

    dal 2018: Master Universitario di II livello in Biologo Nutrizionista esperto in approcci integrati per la salute umana

    Esperienze Professionali

    2012 – 2014: Informatore Scientifico del Farmaco – Shedirpharma S.r.l Genova (Italia)

    dal 2019: Biologo Nutrizionista.

    Collaborazione con Sangiovanni Centri Medici.

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    Moc Dexa

    ORTOPEDIA E TRAUMATOLOGIA

    Ortopedia Traumatologia

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